sabato 16 novembre 2013

Manifestazione a Barletta, grande partecipazione. Cgil Cisl e Uil: “Risposte o avanti con mobilitazione”

Il corteo è partito da corso Vittorio Emanuele ed è arrivato in piazza Prefettura. Sul palco hanno preso la parola Vincenzo Posa, segretario generale Uil Bat, Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat ed Emilio Diconza, segretario generale Cisl Foggia-Bat.

Si è conclusa in piazza Real Monte di Pietà a Barletta la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil organizzata per dire no alla legge di stabilità e chiedere al Governo di modificare il provvedimento che per i sindacati “non realizza quella svolta economica necessaria al Paese per uscire dalla recessione e tornare a crescere”. Una decina i pullman arrivati a Barletta dai comuni della Provincia, ottocento i lavoratori di tutte le categorie ed i pensionati che sono scesi in strada per chiedere lavoro e la diminuzione reale delle tasse ai dipendenti ed imprese che creano occupazione. Le urgenze sono: rifinanziare la cassa integrazione e dare certezze agli “esodati”. Non solo, tra le richieste alla base della mobilitazione anche la rivalutazione delle pensioni, il taglio alla spesa pubblica ed i costi della politica. Sono state queste le rivendicazioni alla base della protesta dei sindacati anche nella provincia di Barletta – Andria – Trani, organizzata in occasione dello sciopero di 4 ore al quale nella Bat si è registrata, a causa della crisi economica, un’adesione a “macchia di leopardo”, con picchi del 100% solo in alcune aziende.


Il corteo partito da corso Vittorio Emanuele (Comune) si è diretto verso la Prefettura, luogo in cui hanno preso la parola Vincenzo Posa, segretario generale Uil Bat, Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat ed Emilio Diconza, segretario generale Cisl Foggia-Bat.

Il segretario generale Uil Bat è stato il primo ad intervenire fornendo i numeri della crisi. “Dopo cinque anni di crisi – ha detto Posa – sono 3 milioni i disoccupati nel Paese, ai quali vanno aggiunti 2.4 milioni di inoccupati, cittadini in cerca di un primo impiego molti dei quali hanno anche perso le speranze e non si iscrivono più nelle liste di collocamento. Oltre il 40% dei giovani è disoccupato. Nella Bat, l’ultimo report, ha rilevato la perdita di 20 mila posti di lavoro, nel periodo preso in esame, e più di 1700 cassintegrati. Questo vuol dire che siamo in piena emergenza. Servono, dunque, risposte concrete per la ricerca, l’innovazione, lo sviluppo e l’occupazione. Negli ultimi 5 anni  si sono susseguiti governi di diversa natura ma ad oggi, tranne gli annunci di buona volontà, non  si è concretizzato nulla”.

Critico nei confronti della politica nazionale dal palco di piazza Prefettura anche il segretario generale Cgil Bat, Luigi Antonucci. “Questo Governo di larghe intese – ha detto Antonucci – cercava un’idea che fosse soddisfacente per molti ma ha trovato una soluzione che è riuscita a scontentare tutti. Noi chiedevamo l’abolizione delle tasse sul lavoro perché di lì bisognava ricominciare e, forse, abbiamo ricevuto un intervento da pochi euro in più in busta paga al mese che certamente non sarà sufficiente a rimettere in moto l’economia ed a far ripartire la domanda interna. Poi il numero uno della Cgil Bat ha concluso dicendo che se non ci saranno risposte la mobilitazione continuerà. “Intensificheremo il nostro intervento, continueremo a dire con forza che questa è una legge di stabilità che colpisce ancora una volta solo i più deboli non pensando a quelli che, invece, non pagano le tasse. Inoltre, servono risorse per la cassa integrazione e lo Stato si deve fare garante di questo altrimenti da un giorno all’altro potremo trovarci di fronte a migliaia di disoccupati”.

A concludere gli interventi il segretario generale Cisl Foggia-Bat, Emilio Diconza. “La legge di stabilità – ha spiegato – non fornisce risposte e non aiuta la crescita, l’occupazione ed i consumi. Questo è un Paese in cui i consumi si riducono sempre di più. Ormai il 65% delle famiglie italiane ha ridotto i consumi anche di prima necessità. Per cui siamo fortemente preoccupati ma convinti che questa legge si può cambiare mettendo più risorse e tagliando i costi della politica. Nel mezzogiorno il 60% dei giovani non ha un’occupazione, un dato superiore rispetto alla media nazionale. La nostra preoccupazione è questa, è importante ricostruire il futuro di questo Paese e lo si può fare creando lavoro e modificando sostanzialmente anche la riforma delle pensioni altrimenti così rischiamo di avere solo altri nuovi poveri”.


Ufficio Stampa CGIL BAT

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