Duecento i lavoratori del settore
tessile, abbigliamento e calzaturiero giunti a Barletta da tutta la Puglia per assistere alla
tavola rotonda di Filctem e Cgil.
Sulla necessità di “nuovo modello
sociale per non parlare più di volontà ma di impegno di emergere dal ‘nero’” si
è soffermata la segretaria nazionale della Cgil, Serena Sorrentino, concludendo
la tavola rotonda organizzata a Barletta da Filctem e Cgil: “Lavoro nero, la
volontà di emergere”, alla quale hanno partecipato circa duecento lavoratori
giunti da tutta la Puglia. Ognuno
disposto a raccontare la sua storia, tutti alle prese con le difficoltà del
momento. Al tavolo i vertici di Filctem e Cgil pronti ad avanzare proposte per
un piano finalizzato al superamento del “sommerso” nel territorio della nuova
provincia, ma non solo. Una piaga che si è palesata in tutta la sua tragicità con
le “morti bianche” nel crollo della palazzina di via Roma, in cui persero la
vita quattro operaie tessili e una studentessa. Dopo la sciagura del 3 ottobre
a Barletta la questione del “nero” è “sembrata a tutti non più rimandabile”, ha
detto, introducendo i lavori, Luigi Antonucci, segretario generale della Cgil
Bat. “A dieci giorni dalla terribile sciagura – ha spiegato Antonucci – in
un’assemblea nazionale con i vertici di Filctem e Cgil sono stati presi degli
impegni. C’è bisogno di trovare le strade giuste per uscire dal lavoro ‘nero’ e
per questo abbiamo avviato un dialogo con istituzioni, mondo imprenditoriale e
lavoratori. Subito dopo la tragedia c’è stato un aumento di denunce all’Inps,
però la cosa è durata poco. Molti sono tornati nei sottoscala e nell’ombra. Dobbiamo
trovare – ha concluso – le soluzioni per uscire da questo pantano che è il ‘nero’”.
Il sommerso è un fenomeno
presente in tutti i settori: percentuali alte si registrano nel tessile e nel
manifatturiero. Per il segretario generale Filctem Puglia, Vito De Mario,
“bisogna unire le forze e puntare sulla filiera corta. Da anni – ha detto –
stiamo portando avanti una serie di iniziative per contrastare questa piaga: si
tratta di un problema nazionale, non ci sono più isole felici. Non dobbiamo
dimenticare che ci sono i grandi gruppi che lucrano sulla ‘filiera lunga’,
ovvero progettare un prodotto in un posto, andarlo a produrre altrove e a
commercializzarlo in un’altra parte ancora. Noi, invece, pensiamo – ha concluso
De Mario – a filiere sempre più corte che diano la possibilità di un controllo
su tutte le fasi della lavorazione delle merci per non scaricare sempre sui più
deboli le contraddizioni del sistema.
Per Francesca Abbrescia,
segretaria Cgil Puglia “ci sono una varietà di strumenti contro il ‘nero’ e a
favore dell’emersione”. Ad esempio, ha spiegato, “la regione ha stilato un
bando che serve a far emergere le attività dai capannoni fatiscenti o dai
sottoscala. Bisogna ora ripartire dalla cultura della legalità e della dignità
del lavoro”. Al tavolo presente l’assessore al walfare, Elena Gentile, che ha
parlato dell’impegno della Regione Puglia nella lotta per l’emersione dal “nero”;
il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, che ha spiegato come il Comune si stia
impegnando per incentivare la nascita di imprese con la strategia ‘burocrazia zero’
e Raffaele Di Palma, presidente del consorzio “Cinque stelle”, nato
all’indomani della tragedia: si tratta di un gruppo di imprenditori che si sono
uniti ed hanno messo al primo posto la legalità.
“Il tema del sommerso riguarda
donne e uomini, il sud tanto quanto il nord, soprattutto nella crisi”, ha
riferito nelle conclusioni Serena Sorrentino, segretaria nazionale Cgil. “Noi
abbiamo visto negli ultimi anni, in Italia ed in Europa, crescere i numeri del
lavoro sommerso ed insieme al ‘nero’ anche l’economia illegale. In queste
settimane nei rinnovi contrattuali e nelle piattaforme che stiamo stilando due
sono, per noi, i punti qualificanti: da un lato la lotta ad ogni forma di
illegalità economica e dall’altro l’attenzione alla regolarità del lavoro. Per
fare questo bisogna ripristinare tutte quelle norme che il Governo precedente
ha cancellato a partire dalle ispezioni sui luoghi di lavoro. Serve – ha
concluso Serena Sorrentino – un nuovo modello sociale per non parlare più di
volontà ma di impegno di emergere dal ‘nero’”.
Ufficio stampa Cgil Bat
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