lunedì 11 giugno 2012

Barletta, lavoro “nero”: parte dalla Puglia “la volontà di emergere”. Tavola rotonda di Filctem e Cgil


Duecento i lavoratori del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero giunti a Barletta da tutta la Puglia per assistere alla tavola rotonda di Filctem e Cgil.


Sulla necessità di “nuovo modello sociale per non parlare più di volontà ma di impegno di emergere dal ‘nero’” si è soffermata la segretaria nazionale della Cgil, Serena Sorrentino, concludendo la tavola rotonda organizzata a Barletta da Filctem e Cgil: “Lavoro nero, la volontà di emergere”, alla quale hanno partecipato circa duecento lavoratori giunti da tutta la Puglia. Ognuno disposto a raccontare la sua storia, tutti alle prese con le difficoltà del momento. Al tavolo i vertici di Filctem e Cgil pronti ad avanzare proposte per un piano finalizzato al superamento del “sommerso” nel territorio della nuova provincia, ma non solo. Una piaga che si è palesata in tutta la sua tragicità con le “morti bianche” nel crollo della palazzina di via Roma, in cui persero la vita quattro operaie tessili e una studentessa. Dopo la sciagura del 3 ottobre a Barletta la questione del “nero” è “sembrata a tutti non più rimandabile”, ha detto, introducendo i lavori, Luigi Antonucci, segretario generale della Cgil Bat. “A dieci giorni dalla terribile sciagura – ha spiegato Antonucci – in un’assemblea nazionale con i vertici di Filctem e Cgil sono stati presi degli impegni. C’è bisogno di trovare le strade giuste per uscire dal lavoro ‘nero’ e per questo abbiamo avviato un dialogo con istituzioni, mondo imprenditoriale e lavoratori. Subito dopo la tragedia c’è stato un aumento di denunce all’Inps, però la cosa è durata poco. Molti sono tornati nei sottoscala e nell’ombra. Dobbiamo trovare – ha concluso – le soluzioni per uscire da questo pantano che è il ‘nero’”.

Il sommerso è un fenomeno presente in tutti i settori: percentuali alte si registrano nel tessile e nel manifatturiero. Per il segretario generale Filctem Puglia, Vito De Mario, “bisogna unire le forze e puntare sulla filiera corta. Da anni – ha detto – stiamo portando avanti una serie di iniziative per contrastare questa piaga: si tratta di un problema nazionale, non ci sono più isole felici. Non dobbiamo dimenticare che ci sono i grandi gruppi che lucrano sulla ‘filiera lunga’, ovvero progettare un prodotto in un posto, andarlo a produrre altrove e a commercializzarlo in un’altra parte ancora. Noi, invece, pensiamo – ha concluso De Mario – a filiere sempre più corte che diano la possibilità di un controllo su tutte le fasi della lavorazione delle merci per non scaricare sempre sui più deboli le contraddizioni del sistema.

Per Francesca Abbrescia, segretaria Cgil Puglia “ci sono una varietà di strumenti contro il ‘nero’ e a favore dell’emersione”. Ad esempio, ha spiegato, “la regione ha stilato un bando che serve a far emergere le attività dai capannoni fatiscenti o dai sottoscala. Bisogna ora ripartire dalla cultura della legalità e della dignità del lavoro”. Al tavolo presente l’assessore al walfare, Elena Gentile, che ha parlato dell’impegno della Regione Puglia nella lotta per l’emersione dal “nero”; il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, che ha spiegato come il Comune si stia impegnando per incentivare la nascita di imprese con la strategia ‘burocrazia zero’ e Raffaele Di Palma, presidente del consorzio “Cinque stelle”, nato all’indomani della tragedia: si tratta di un gruppo di imprenditori che si sono uniti ed hanno messo al primo posto la legalità.

“Il tema del sommerso riguarda donne e uomini, il sud tanto quanto il nord, soprattutto nella crisi”, ha riferito nelle conclusioni Serena Sorrentino, segretaria nazionale Cgil. “Noi abbiamo visto negli ultimi anni, in Italia ed in Europa, crescere i numeri del lavoro sommerso ed insieme al ‘nero’ anche l’economia illegale. In queste settimane nei rinnovi contrattuali e nelle piattaforme che stiamo stilando due sono, per noi, i punti qualificanti: da un lato la lotta ad ogni forma di illegalità economica e dall’altro l’attenzione alla regolarità del lavoro. Per fare questo bisogna ripristinare tutte quelle norme che il Governo precedente ha cancellato a partire dalle ispezioni sui luoghi di lavoro. Serve – ha concluso Serena Sorrentino – un nuovo modello sociale per non parlare più di volontà ma di impegno di emergere dal ‘nero’”.
Ufficio stampa Cgil Bat

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