Accolta la richiesta del
sindacato di costituirsi parte civile nel processo sulla tragedia delle donne
di via Roma.
La Cgil di Barletta – Andria –
Trani è tra le parti civili ammesse al processo in cui saranno chiarite le
responsabilità della morte delle cinque donne, quattro giovani operaie e la
figlia del titolare di un laboratorio che si trovava al piano terra dell’edificio
di via Roma, sepolte sotto le macerie della palazzina collassata il 3 ottobre del
2011 a
Barletta. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di
Trani, dott. Francesco Zecchillo. Il processo è a carico di quindici persone
coinvolte, a vario titolo, nel crollo dello stabile. Il giudice nell’ordinanza
ritiene che “l’ammissibilità, indipendentemente dall’iscrizione del lavoratore al
sindacato, della costituzione di parte civile delle associazioni sindacali nei
procedimenti per reati di omicidio o lesioni colpose, commessi con violazione
della normativa antinfortunistica, discende dall’inosservanza di tale normativa
quale condotta causativa di un danno autonomo e diretto, patrimoniale o non
patrimoniale alle associazioni sindacali, […] dovendosi peraltro rilevare sul
punto la concomitante incidenza di tale danno sulla dignità lavorativa e sulla
serenità del lavoratore che ne è vittima e la condotta illecita posta in essere
in violazione delle norme di sicurezza in materia di lavoro, quale condotta che
si pone in contrasto con il fine perseguito dal sindacato”.
Nella richiesta di costituzione di
parte civile presentata per conto del sindacato dall’Avv. Biagio Capacchione,
inoltre, la Cgil
ha precisato che l’eventuale risarcimento dei danni a cui avrà diritto sarà
interamente devoluto alle famiglie delle vittime della tragedia ed a quelle che
nel disastro hanno perso la casa.
“Abbiamo creduto fino in fondo
nel fatto che la nostra posizione e la nostra richiesta fossero giuste –
dichiara Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – in quanto il sindacato
per antonomasia difende la sicurezza dei lavoratori e noi abbiamo fatto leva su
questo. Ne siamo convinti, lo siamo sempre stati: quelle lavoratrici non
dovevano essere lì, in un palazzo che poteva andare giù da un momento
all’altro. Noi abbiamo chiesto di essere parte civile nel processo per la
difesa della dignità del lavoro e dei lavoratori. Abbiamo voluto lanciare un
segnale ed il giudice evidentemente ci ha dato ragione. È questa la nostra grande
soddisfazione”.
Ufficio Stampa CGIL BAT
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